Dal 2019 la Casa della Legalità “Emanuele Riboli” di Manerba del Garda è il cuore pulsante del progetto Legami Leali: un vero e proprio polo formativo, destinato alla diffusione di una cultura di legalità e rispetto, del sapere sul tema delle mafie al nord e della cittadinanza attiva in tutte le sue forme. Da fuori sembra una normale villetta in un tranquillo quartiere residenziale di Manerba del Garda, comune della sponda bresciana del Lago di Garda. Ma qual è la sua storia?

La villetta nasce come proprietà della “Edilcasa sas di Ciccimarra Michele e C.”, rivelatasi poi essere una società fittizia. Graziantonio e Michele Ciccimarra, responsabili della società, sono stati condannati dal Tribunale di Milano per falsa fatturazione. Abbiamo poche notizie in relazione ai primi proprietari della casa, ma secondo gli inquirenti i due erano coinvolti in un grosso traffico di droga: la villetta, infatti, sarebbe quindi stata costruita con l’intento di ripulire denaro proveniente da attività illecite. La confisca definitiva è avvenuta nel 2005.

Dalla confisca al riutilizzo

Nel 2009, quattro anni dopo la confisca, la casa viene assegnata al Comune di Manerba, deciso a riutilizzarla come sede per il servizio di dopo scuola per gli alunni frequentanti la scuola primaria di primo grado. Ma l’immobile è piccolo e si trova in una stretta strada privata: gestire dei bambini risulterebbe troppo complicato. Così il bene confiscato diventa sede dell’Avis Valtenesi, che lo utilizza circa una volta al mese, mentre nel piano interrato si crea un archivio comunale.

Alla fine del 2018 il Comune mette il salone dell’immobile nelle disponibilità di Legami Leali, per cercare di aprirlo maggiorente ai cittadini: il Progetto avvia un percorso di consultazione della comunità che coinvolge studenti, liberi cittadini, insegnanti, oltre naturalmente all’amministrazione comunale. L’indicazione è unanime: sul lago manca uno spazio formativo dedicato ai giovani, in cui si possa parlare di mafie, di legalità e di cittadinanza attiva.

Il percorso di riattivazione partecipata dura un anno: a questo percorso contribuisce anche l’associazione Libera Contro le Mafie, che con il progetto organizza un campo estivo nel mese di luglio 2019: 18 giovani provenienti da tutta Italia partecipano, per una settimana, alla risistemazione della casa, che viene poi allestita per diventare un piccolo spazio polifunzionale.

L’inaugurazione e la storia di Emanuele Riboli

La Casa della Legalità di Manerba del Garda viene, infine, inaugurata il 26 ottobre 2019, con una grande festa. Dato che si rivolge soprattutto alla formazione e alla crescita dei giovani, è stata dedicata alla memoria di Emanuele Riboli, vittima innocente delle mafie negli anni ’70.

Emanuele viveva con la sua famiglia a Buguggiatepaesino della provincia di Varese. Di giorno lavorava come operaio nella carrozzeria del papà, imprenditore, e la sera andava a scuola, frequentando i corsi serali all’istituto tecnico industriale di Varese. Fu sequestrato una sera di ritorno da scuola: nessuno sapeva, all’epoca, che la ’ndrangheta aveva attaccato come una metastasi i tessuti ricchi della società nel profondo Nord. Avevano cominciato con il contrabbando di sigarette, rapine, estorsioni, usura, traffico di stupefacenti e poi si erano dedicati ai rapimenti: portare via un uomo, in molti casi un figlio di un noto imprenditore, e chiedere un riscatto per la sua liberazione. Emanuele, che all’epoca aveva solo 17 anni, non ha però mai fatto ritorno.

Puoi leggere di più della storia di Emanuele qui.

Nel ricordo di Emanuele, la Casa della Legalità è un luogo di condivisione e sperimentazione per i ragazzi della Valtenesi, nel quadro di un progetto che stimola la comunità a farsi più coesa e attenta; dunque, più sicura.  dall’estate 2021, finalmente, una volta a settimana sarà anche aperta al pubblico e ai turisti, per offrire percorsi di conoscenza del fenomeno mafioso e sensibilizzazione sull’essere cittadini attivi a chi vive il territorio ogni giorno e a chi lo conosce da visitatore.